Al Nove ora è il felice momento di Antonio Romano, classe 1993, già allievo di Blumenthal e Beck. Francesca Ricci ha avuto buon fiuto nel trovarlo libero a Torino. Si pranza e si cena, come sempre, dentro o fuori, dipende dal tempo e dalle temperature, dal desiderio di vedere il mare in lontananza o la storia che affolla gli spazi interni. E su tutto e tutti, nuovo fiore all’occhiello, ecco il cuoco che sorride e ascolta, spiega ogni passo e risponde a ogni domanda.
La carta vanta 2 menu degustazione che diventano 3 perché quello chiamato Incontri è proposto in versione lunga, 8 portate, o condensata, 5. Completa l’offerta il Naturalia, senza pesce e senza carne, vegetariano ma non vegano. Portate brillanti, sapide e leggere, nulla di fastidioso o eccessivo, più ingredienti ma lavorati con attenzione e abbinati bene, a denunciare che Antonio Romano è un cuoco dotato di gusto.
Quindi la carta, 4 antipasti, 3 primi, 4 secondi e 4 dessert, 15 in tutto. È un’essenzialità figlia dei tempi; al Nove sceglie l’ospite da una lista chiara e concisa. Non è più tempo di paginate e food cost che rischiano di sfuggire di mano. Mai come ora un centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato.
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi
Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
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